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AGRIGENTO

Santo Patrono di Agrigento San Gerlando, si festeggia il 22/25 febbraio

"Mai visto in tutta la mia vita uno splendore di primavera come stamattina al levar del sole… Dalla finestra vediamo il vasto e dolce pendio dell'antica città tutto a giardini e vigneti, sotto il folto verde s'indovina appena qualche traccia dei grandi e popolosi quartieri della città di un tempo. Soltanto all'estremità meridionale di questo pendio verdeggiante e fiorito s'alza il tempio della Concordia, a oriente i pochi resti del Tempio di Giunone; ma dall'alto l'occhio non scorge le rovine di altri templi … corre invece a sud verso il mare."  (Goethe, Viaggio in Italia)

Brevi cenni storici

La città fu fondata intorno al 580 a.C. ad opera di coloni rodio-ciprioti di Gela, sorge sulla sommità di due colli contigui (la collina di Girgenti e la Rupe Atenea), in bellissima posizione panoramica, affacciata sulla Valle dei Templi e sul mare, dal quale dista circa 3km; godette di una relativa tranquillità fino al 406 a.C., quando venne saccheggiata e distrutta dai Cartaginesi. Dopo un periodo di abbandono la città risorse con Timoleonte, vincitore dei Cartaginesi (340 a.C.), considerato il suo secondo fondatore. Presa e saccheggiata dai Romani, negli ultimi secoli della Repubblica e nei primi dell'Impero, la città, unico emporio superstite nella costa meridionale, godette ancora di un relativo benessere, dovuto al rifiorire dell'agricoltura e del commercio. Nell'827 fu conquistata dagli Arabi che ne fecero un centro economico vitale e la arricchirono di edifici civili e di moschee, assunse allora il nome di Girgenti (arabo Gergent) che mantenne fino al 1927. Durante la dominazione Spagnola soffrì come tutta la Sicilia, il malgoverno dei vicerè, e poi quello dei Borboni, sicchè i suoi abitanti furono i primi a seguire con entusiasmo Garibaldi nel 1860.

Monumenti e Chiese

La Cattedrale (XI secolo), via Duomo, fondata dal Vescovo Gerlando, ingrandita e rimaneggiata nei secoli XIV XVI XVII, è preceduta da un'ampia scalinata ed è caratterizzata da un campanile incompiuto del sec. XV, l'interno conserva un soffitto ligneo a lacunari del 1862 circa. Da segnalare la Cappella di S. Gerlando, con un portale gotico finemente sagomato, che conserva ciò che resta dell'Arca di S. Gerlando, reliquario in argento di Michele Ricca (1639), e la Cappella De Marinis, che conserva il sepolcro di Gaspare De Marinis, opera di Andrea Mancino e Giovanni Gagini (1493).

La Chiesa di S. Nicola (XIII secolo), Museo Archeologico, eretta dai Cistercensi, ha un bel portale ogivale con battenti lignei rozzamente intagliati, opera di Angelo Di Blundo. All'interno conserva un'acquasantiera del 1529, il magnifico Sarcofago di Fedra, elegantissima opera marmorea romana del sec. II d.C., un Crocifisso ligneo detto "Il Signore della Neve", una statua marmorea del sec. XVI di scuola gaginesca, e, in sagrestia, una deposizione a lunetta affrescata da Innocenzo Pascarella (1575).

La Chiesa del Santo Spirito (XIII secolo), salita S. Spirito, conserva, della struttura originaria, il portale Gotico della facciata, che contrasta con la preziosità tipicamente settecentesca dell'interno, arricchito dai raffinati stucchi del Serpotta; l'adiacente Monastero del S. Spirito, uno dei più antichi e meglio conservati della Sicilia, è interessante soprattutto per il grande chiostro quadrangolare; al suo interno si conservano affreschi del sec. XIV e XVI, il Monastero ospita attualmente la biblioteca comunale.

La Chiesa del Purgatorio, Via Atenea, ricostruita nel sec. XVIII in sostituzione di una più antica costruzione, presenta l'interno arricchito da otto statue allegoriche della "Virtù" opere di Giuseppe e Giacomo Serpotta.

La Chiesa di S. Maria dei Greci (XIII sec.), conserva all'interno tracce di affreschi del '300 e una statua lignea della "Madonna col Bambino" del '500. La Chiesa sorge sopra un Tempio dorico del V sec. a.C., che alcuni ritengono quello di Atena, eretto da Terone.

La Chiesa di S. Calogero, P.zza Marconi, di origine medioevale ma ricostruita nel XVIII sec., conserva una statua marmorea della Madonna col Bambino del XVI sec. e un Crocifisso ligneo del '600.

La Chiesa di S. Giuseppe (XVIII sec.), P.zza S. Giuseppe, custodisce all'interno una statua lignea policroma della Madonna col Bambino della fine del '700 e cantorie lignee intagliate e dorate del'600.

La Chiesa di S. Domenico (XVIII sec.), P.zza del Municipio, custodisce alcune tele settecentesche.

La Chiesa di S. Giorgio (XIV sec.), via Oblati, conserva sul prospetto un ricco portale gotico del XIV sec.

Le zone Archeologiche nella Valle dei Templi: il Tempio della Concordia, il Tempio di Giunone Lacinia, il Tempio di Ercole, il Tempio di Giove Olimpico, il Tempio dei Dioscuri, il Quartiere ellenistico-romano.

Percorsi naturalistici

Riserva Naturale di Torre Salsa
Riserva Naturale di Monte Cammarata
Riserva Naturale di Monte S. Calogero
Riserva Naturale di Lampedusa
Riserva Naturale di Linosa e Lampione
Riserva Naturale Maccalube di Aragona
Riserva Naturale Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio
Riserva Naturale Monte Genuardo e S. Maria del Bosco
Riserva Naturale Grotta di S. Angelo Muxaro
Riserva naturale Foce del Fiume Platani

nelle riserve naturali e' possibile praticare escursioni a piedi, quelle a cavallo in percorsi definiti, onde evitare eventuali danneggiamenti all'ambiente e disturbo alla fauna.

Tradizioni

La città di Agrigento durante l'arco dell'anno ospita varie manifestazioni tra le quali la sagra del mandorlo in fiore. Ogni anno nella prima decade di febbraio, da più di 60 anni la Valle ricoperta da un manto fiorito di alberi di mandorli è scenario di questa importante manifestazione che raccoglie la partecipazione di vari gruppi folcloristici provenienti da ogni parte del mondo. Tra i momenti più suggestivi della manifestazione l'accensione del tripode dell'amicizia innanzi al Tempio della Concordia, e la conclusione ancora una volta con l'esibizione dei gruppi nella valle e l'attribuzione al gruppo vincitore dell'ambito Tempio d'Oro, trofeo raffigurante il Tempio di Castore e Polluce.

Miti e Leggende

Il mito della Fioritura del mandorlo scritto da Omero, racconta la storia d'amore di Acamante e Fillide. Acamante partì per combattere la guerra di Troia al fianco degli Achei. In quei dieci anni di guerra, Fillide con sperante velata tristezza, non smise mai di aspettare e pensare il proprio amato. Terminata la guerra, i superstiti greci cominciarono a tornare a casa, ma non Acamante, tanto che Fillide non vedendolo più tornare, per il gran dolore morì di gran pena e disperazione.
La dea Atena, toccata al cuore dalla morte di Fillide e dalla fine di un grande amore, decise di farla diventare un albero di mandorlo. Acamante, però, non era morto, un blocco alla nave fece tardare il suo rientro e, quando venne a sapere della morte della sua amata trasformata dalla Dea Atena in un mandorlo, andò verso il mandorlo e l'abbracciò, d'incanto esso fiorì, proprio come se Fillide ancora una volta volesse stringerlo a sé.

Licata AG spiaggia
Siculiana Agrigento
Porto di Licata AG
Cartina della Sicilia per visitare lsiti Archeologici e i monumenti Storici